lunedì 4 dicembre 2006

Esplorando un mondo sconosciuto

Sono un ricercatore sociale.

Da quando mi sono laureato mi interesso di immigrazione. Con mia moglie ci siamo conosciuti in occasione di una ricerca sull'immigrazione marocchina. Ora lei lavora in un Ente Locale e si occupa di politiche per gli immigrati. La nostra attenzione verso il fenomeno migratorio è sempre stata trainata dalla curiosità, ma anche dall'attrazione verso le culture che allora si affacciavano nel nostro paese con il loro carico di novità, di esotismo, di cambiamenti. Siamo entrambi innamorati del Maghreb e del mondo arabo.

Ho sempre pensato che l'immigrazione fosse un fenomeno positivo, in grado di migliorare il nostro paese e la nostra società. Che la chiusura e l'ostilità verso gli immigrati fossero il sintomo della paura e dell'ignoranza e che solo la conoscenza e le relazioni reciproche potessero portare ad una crescita comune.

Quest'anno mia figlia è andata in prima elementare e si è trovata in una classe composta da una maggioranza di bambini stranieri, in una scuola che, da qualche anno, l'opinione comune locale (italiana) tende a classificare come "scuola degli stranieri" e, quindi, ad evitarla.

Nonostante tutte le mie conoscenze e i miei principi, la mia reazione istintiva di fronte alla classe multicolore è stata di timore e disorientamento, per non dire di panico. Abbiamo fatto la scelta giusta? Le nostre idee (o ideologie?) non condizioneranno il futuro di nostra figlia?

Al panico è subentrata la razionalità e la forte esigenza di capire. A quali conseguenze, sul piano strettamente scolastico ma anche dal punto di vista dell'integrazione sociale, vanno incontro i bambini italiani nelle classi a forte concentrazione di bambini stranieri?

Una prima considerazione: credo la formazione di un bambino avviene principalmente all'interno della famiglia. Quindi, la responsabilità principale degli esiti rimane nostra.

Però, resta il fatto che, inevitabilmente, le (possibili) difficoltà linguistiche dei bambini stranieri si traducono in una maggiore difficoltà per le insegnanti, un rallentamento della didattica. E' davvero così? Quali conseguenze sull'apprendimento degli italiani?

L'idea di questo blog nasce perché il tema mi sembra assolutamente assente dal dibattito attuale. Tutta l'attenzione dei ricercatori e degli amministratori è (giustamente) rivolta all'altro versante, quello più debole, all'integrazione dei bambini stranieri nelle classi. A parte notizie di cronaca di genitori italiani che non vogliono mandare i bambini in classi con troppi stranieri, ad oggi non mi risultano ricerche su questo tema.

Con questo blog vorrei raccogliere tutte le informazioni utili sull'argomento e aprire un confronto con altre persone toccate o interessate all'argomento.

Nessun commento: